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I lavori nascono da una ricerca sui segni e sulle forme dei modelli più elementari dell’architettura. Sono esito di un percorso che corre parallelo all’attività di architetto e che vede nello studio degli archetipi architettonici il punto di partenza per riflessioni di estetica minimalista sul segno e sul ritmo.
Segno e ritmo, premesse imprescindibili di ogni forma di linguaggio, agiscono rispettivamente nella sfera dello spazio e del tempo e, solo se combinati, danno origine ad un codice visivo elementare che materialmente si traduce in sequenze di vuoti e di pieni.
È partendo da queste premesse che taccuini e album da disegno diventano supporti per trasporre le architetture in linee. Immaginari che si ripetono uno dopo l’altro, sempre molto simili, sempre più essenziali. Pagina dopo pagina, nascono ovunque, perché ogni giorno ed ogni contesto portano ispirazioni diverse e più mature e, avvalendosi della prassi artistica ormai consolidata di eliminare il “soverchio”, i lavori ambiscono ad ottenere, con il tempo, forme pure, elementari.